Il trauma nei bambini
I bambini sono estremamente vulnerabili ai traumi non solo per le conseguenze dirette di tali eventi ma anche perché sono estremamente sensibili agli stati emotivi dei loro genitori che, se traumatizzati a loro volta, possono farli sentire insicuri e spaventati.
In più i bambini sono molto impressionabili per natura e il loro livello di esperienza non è tale da dare loro una visione equilibrata della vita e di loro stessi, per tutta questa serie di motivi i bambini anche molto piccoli meritano un attenzione particolare quando esposti ed eventi traumatici anche di lieve entità.
Bisogna ricordare che i bambini provano dolore, stati di ansia ed emozioni come rabbia, colpa, tristezza, mancanza e impotenza, nello stesso modo degli adulti anche se la loro capacità di provare questi tipi di emozioni è in genere sottovalutata, sia perché si esprimono con modalità diverse da quelle degli adulta sia perché, nella nostra cultura, abbiamo la tendenza a proteggere i bambini dal dolore e dalla sofferenza non considerando che si rendono conto e sentono quando succede qualcosa di grave anche se non gli viene detto. Se si tace o si è vaghi riguardo ad un evento traumatico, si lascia il bambino da solo con i suoi pensieri, con la sua immaginazione, con domande senza risposta e con tutta l’incertezza che questo evento può creare. Se non viene data alcuna informazione lasciamo il bambino alle sue fantasie, che in genere sono peggio della realtà. Le fantasie negative possono provocare un senso di ansia e di terrore che lasciano segni permanenti che si manifestano in seguito come vulnerabilità fisica o psichica.
Inoltre se nei momenti in cui vivono esperienze che generano paura, non possono contare sull’aiuto di un adulto che sia in grado di dare significato agli eventi e che possa regolare gli stati interni del bambino e calmare la sua paura, possono provare una forte angoscia sentirsi molto insicuri. Questo accade di frequente anche nelle situazioni in cui il genitore ha avuto esperienze traumatiche e non è pronto ad accogliere la paura del figlio ma si spaventa davanti alle espressioni di paura del bambino spaventandolo di conseguenza. I bambini hanno bisogno di adulti stabili emotivamente, che si prendano cura di loro e possano farli sentire riconosciuti ed importanti.
Pertanto la prima cosa da fare è occuparsi della proprie reazioni da stress perché la presenza di un genitore sicuro e protettivo ha un immediato effetto calmante sul bambino.
In secondo luogo è importante rilevare gli eventi potenzialmente traumatici per il bambino e monitorare le eventuali reazioni da stress che potrebbe manifestare.
Gli eventi che più meritano attenzione sono:
- Lutti
- Separazioni
- Vivere con un solo genitore
- Assistere a maltrattamenti e violenze in famiglia
- Incuria
- Lutti non elaborati dal genitore anche precedenti alla nascita del bambino
- Segreti familiari
- Malattia di un genitore
- Ospedalizzazione o malattie del bambino
- Esperienze di abbandono e trascuratezza
- Esposizione a critiche, umiliazioni, bullismo, fallimenti scolastici
Le principali reazioni da stress nei bambini sono:
- Cambiamento del comportamento apparentemente immotivato
- Giochi o disegni violenti
- Paure o ansie non presenti prima (tic e gesti tipici dell’ansia)
- Manie e Ossessioni
- Enuresi ed encopresi
- Regredire ad una fase di sviluppo precedente (es. non dormire più da soli)
- Sbalzi d’umore
- Reazioni emotive esagerate
- Disturbi del sonno
- Disturbi alimentari (inappetenza o voracità..)
- Pianti inconsolabili in situazioni non adeguate
- Stato di agitazione e iperattività motoria
COSA FARE
E’ necessario dare messaggi chiari, trasmettere al bambino le informazioni in modo aperto e sincero, soprattutto riguardo quello che è successo, quello che sta succedendo e quello che succederà .
Le spiegazioni devono tenere conto ovviamente dell’età del bambino. I genitori sono le persone più indicate per informare e preparare il bambino, se questo non è possibile allora deve farlo una persona che il bambino conosce bene, di cui si fida. Deve esserci il tempo e la tranquillità necessaria per parlare. L’adulto deve ascoltare le domande del bambino e rispondere con sincerità, accettare e rispettare le emozioni del bambino.
I bambini reagiscono in modo diverso, alcuni piangono o protestano oppure negano la realtà, altri dimostrano apatia e si comportano come se non avessero sentito quello che gli è stato appena spiegato, ma devono avere la possibilità di poter riprendere l’argomento con le loro domande e di ricevere risposte sincere. Se non ci sono risposte, allora bisogna dirlo al bambino, i bambini questo lo capiscono.
È importante ricorrere a volte al supporto di uno psicoterapeuta, soprattutto se le persone con cui vive il bambino non sono in grado di aiutarlo. L’intervento terapeutico è in genere di breve o media durata ed è importante non solo per risolvere il problema emotivo post-traumatico ma anche come prevenzione di difficoltà future.
EMDR IN ETÀ EVOLUTIVA
Numerosi studi hanno dimostrato che l’EMDR può essere utilizzato con successo con i bambini, garantendo loro la possibilità di uno sviluppo sano. L’EMDR non solo si è rivelato efficace nel trattamento dei sintomi dell’età evolutiva ma ha dimostrato sia a livello clinico che scientifico una grande rapidità di risoluzione contribuendo così ad una crescita emotiva e neurofisiologica che porta, in modo molto naturale, il bambini verso il benessere
Il cervello dei bambini è plasmabile, così come il trauma ne altera lo sviluppo neurofisiologico, così il trattamento con EMDR riorganizza la mente attraverso la rielaborazione dei ricordi traumatici.
Siccome spesso i sintomi dei bambini sono la conseguenza di eventi traumatici vissuti direttamente dai più piccoli ma anche dalle figure di riferimento e dalla famiglia in generale, quando si lavora coi minori è necessario lavorare contemporaneamente con le sue figure di riferimento per ritrovare la sicurezza insieme.
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